SIAM TUTTI FIGLI DI ... CHICORY!




Era un pomeriggio come tanti altri nel poliambulatorio. 
Al loro turno i tre entrarono nella mia stanza. La madre, un’ottantenne con una faccia serena, come quella di tante sue cotanee, serena soprattutto se paragonata alle espressioni evidentemente preoccupate dei due figli. 
Dei due la femmina non solo con l’espressione ma anche con il suo racconto riferiva di una madre in uno stato seriamente compromesso e che probabilmente non aveva più alcun organo funzionante a sufficienza. Il maschio, da parte sua, era impietrito e rassegnato di fronte a tal concentrato di patologie.In risposta  al mio tentativo di “raccogliere” l’anamnesi il ruolo di protagonista se lo contendevano i due figli che cercavano di illustrarmi con dovizia di particolari tutte le sofferenze della mamma così come tutte le sue intolleranze farmacologiche.
In realtà la situazione non era così grave come i figli la dipingevano e, di fronte ad una candida ammissione, da parte della diretta interessata, di sentirsi meglio da qualche settimana, il figlio l’apostrofava con un “ma come?” mentre la figlia continuava a segnalarmi l’eccessivo pallore del volto della madre e la sua evidente difficoltà a respirare.
Più passava il tempo più l’anziana donna ostentava una sensazione di rilassamento e beatitudine che, all’occhio dei figli, era del tutto incompatibile con la gravità del suo quadro clinico.
Il colpo di grazia, per i due scudieri, è stato inferto da me quando ho espresso il mio giudizio finale: “signora complimenti, l’ho trovata molto bene!”


Come possiamo spiegare questa scena molto comune?
Con riferimento ai Fiori di Bach il nostro pensiero si rivolge immediatamente a Chicory.