BANDO AGLI STEREOTIPI


Molto spesso per comprendere sistemi complessi siamo obbligati a ricorrere a semplificazioni, a schematizzazioni, che però possono creare un' immagine distorta della materia che andiamo ad approfondire.
Questo si verifica, purtroppo,  anche quando trattiamo di una materia come quella delle medicine naturali. 
Capita che, per convenzione, creiamo degli stereotipi che, alla lunga, possono portarci a pregiudizi riguardo a particolari essenze.
Facciamo l'esempio di Nux Vomica, un rimedio omeopatico. 
Ruggero Dujany definisce Nux Vomica, nella sua Materia Medica, un “incazzoso rompiballe di un signor precisini”. 
Lui, in realtà, non limitava la sua trattazione a questa frase esemplificativa, ma la stessa si prestava ad essere memorizzata isolatamente, avulsa dal contesto in cui veniva espressa, così diventando fuorviante. 
Personalmente ho sempre considerato i Nux Vomica come degli incazzosi rompiballe precisini, sbagliando.
Quando iniziamo ad impegnarci in un qualsiasi studio viene spontaneo costruire idee estremamente schematiche per chiarirci concetti spesso complessi. Certi schematismi nella loro semplicità arrivano ad essere a volte caricaturali, come nel caso della descrizione di Nux Vomica sopra citata.  
Un meccanismo che ci agevola nell'apprendimento della materia può però allontanarci dal vero obbiettivo della nostra ricerca che è quello di curare le persone, alleviare le loro sofferenze.
Anche nel campo dei Fiori di Bach è difficile sfuggire a questi meccanismi.
Abbiamo così costruito degli stereotipi positivi.

EFFETTO ZENZERO


Diversamente da quanto possiate pensare, lo scopo che mi ha spinto ad elaborare  questo post  non è quello di illustrare le molteplici proprietà terapeutiche di questa radice. 
Il mio intendimento è assai più frivolo.
Gli appassionati di medicine naturali sicuramente già conoscono tutte le doti dello zenzero e tutti i benefici che l’organismo può trarre dalla sua assunzione per le proprietà digestive, antinfiammatorie, antimicrobiche ed analgesiche, per citare solo quelle più riconosciute.  
Lo zenzero è utilizzato come coadiuvante nelle diete per la sua capacità di “sgonfiare la pancia" ma anche per contribuire a risolvere i più svariati disturbi digestivi: nausea, digestione rallentata, meteorismo, intolleranze alimentari, ernia jatale, ulcera, colon irritabile, disbiosi intestinali.
Lo zenzero è utilizzato in tisane, polveri, olii ed estratti ma ha anche caratteristiche alimentari particolari per cui è spesso ingrediente di piatti preparati seguendo principi di una moderna cucina “fusion”.  Eh già, perché sicuramente, andando a ricercare nei vecchi libri di cucina più rappresentativi della tradizione culinaria nazionale, difficilmente potremmo trovarvi ricette a base di  zenzero. 
Gari: zenzero sotto aceto di mele e zucchero (a destra)
E’ soprattutto con la diffusione nel nostro territorio di cucine etniche che ne abbiamo imparato ad apprezzare anche il sapore.
A tal proposito, proprio leggendo qualche giorno fa  una rivista di cucina contemporanea, notando quanto frequentemente lo zenzero venga utilizzato, ho avuto una specie di “illuminazione”
Mi è venuta in mente una precisa domanda: ma fino a qualche anno fa chi, nei territori della cultura occidentale, avrebbe mai tenuto in considerazione lo zenzero?(l’espressione che mi era venuta in mente era decisamente più colorita, ma poco in linea con lo stile di questo blog).
E’ stato quello il momento in cui ho maturato il concetto "effetto zenzero".