Molto spesso per comprendere sistemi complessi siamo obbligati a ricorrere a semplificazioni, a schematizzazioni, che però possono creare un' immagine distorta della materia che andiamo ad approfondire.
Questo si verifica, purtroppo, anche quando trattiamo di una materia come quella delle medicine naturali.
Capita che, per convenzione, creiamo degli stereotipi che, alla lunga, possono portarci a pregiudizi riguardo a particolari essenze.
Facciamo l'esempio di Nux Vomica, un rimedio omeopatico.
Ruggero Dujany definisce Nux Vomica, nella sua Materia Medica, un “incazzoso rompiballe di un signor precisini”.
Lui, in realtà, non limitava la sua trattazione a questa frase esemplificativa, ma la stessa si prestava ad essere memorizzata isolatamente, avulsa dal contesto in cui veniva espressa, così diventando fuorviante.
Personalmente ho sempre considerato i Nux Vomica come degli incazzosi rompiballe precisini, sbagliando.
Ruggero Dujany definisce Nux Vomica, nella sua Materia Medica, un “incazzoso rompiballe di un signor precisini”.
Lui, in realtà, non limitava la sua trattazione a questa frase esemplificativa, ma la stessa si prestava ad essere memorizzata isolatamente, avulsa dal contesto in cui veniva espressa, così diventando fuorviante.
Personalmente ho sempre considerato i Nux Vomica come degli incazzosi rompiballe precisini, sbagliando.
Quando iniziamo ad impegnarci in un qualsiasi studio viene spontaneo costruire idee estremamente schematiche per chiarirci concetti spesso complessi. Certi schematismi nella loro semplicità arrivano ad essere a volte caricaturali, come nel caso della descrizione di Nux Vomica sopra citata.
Un meccanismo che ci agevola nell'apprendimento della materia può però allontanarci dal vero obbiettivo della nostra ricerca che è quello di curare le persone, alleviare le loro sofferenze.
Un meccanismo che ci agevola nell'apprendimento della materia può però allontanarci dal vero obbiettivo della nostra ricerca che è quello di curare le persone, alleviare le loro sofferenze.
Anche nel campo dei Fiori di Bach è difficile sfuggire a questi meccanismi.
Abbiamo così costruito degli stereotipi positivi.
Un esempio è quello di Water Violet che è descritto come una persona estremamente sofisticata che non è in grado di integrarsi con il mondo circostante in quanto lui è troppo “superiore” all’uomo medio.
Un esempio è quello di Water Violet che è descritto come una persona estremamente sofisticata che non è in grado di integrarsi con il mondo circostante in quanto lui è troppo “superiore” all’uomo medio.
Questa non è che una visione idealizzata di un’essenza che non descrive il reale livello di sofferenza. Water Violet è in realtà un individuo che vive in solitudine per la difficoltà di integrarsi con gli altri. Potrebbe essere indicato, per fare un esempio di tutt’altro livello, per il pastore che vive solo con le sue pecore, che si rapporta solamente con loro, trova con esse la sua soddisfazione e che non è in grado né è interessato ad integrarsi con una qualsiasi realtà “sociale” di individui che camminino su due sole gambe (e che non siano uccelli).
Ovviamente rispondono a questa descrizione solamente i pastori Water Violet.
Ovviamente rispondono a questa descrizione solamente i pastori Water Violet.
Non mancano gli esempi negativi.
Mi posso riferire ai soggetti Vine, definiti spesso come dei dittatori. Non dobbiamo aspettare di trovarci davanti Adolf Hitler per prescrivere Vine, possiamo incontrare degli aspetti Vine molto più morbidi e meno dittatoriali, espressione di una sofferenza comunicativa o di un'educazione troppo severa, che i pregiudizi non ci consentono di riconoscere. Spesso i Vine sono soggetti fragili, con una scarsa autostima che tentano di mistificare con atteggiamenti dittatoriali e soverchianti. Conseguentemente sviluppano capacità manipolatorie che consentono loro di indirizzare il terapeuta verso un' immagine tutt'altro che autoritaria.
Mi posso riferire ai soggetti Vine, definiti spesso come dei dittatori. Non dobbiamo aspettare di trovarci davanti Adolf Hitler per prescrivere Vine, possiamo incontrare degli aspetti Vine molto più morbidi e meno dittatoriali, espressione di una sofferenza comunicativa o di un'educazione troppo severa, che i pregiudizi non ci consentono di riconoscere. Spesso i Vine sono soggetti fragili, con una scarsa autostima che tentano di mistificare con atteggiamenti dittatoriali e soverchianti. Conseguentemente sviluppano capacità manipolatorie che consentono loro di indirizzare il terapeuta verso un' immagine tutt'altro che autoritaria.
Gli stessi pregiudizi ci influenzano nella prescrizione di essenze come Chicory che è vista come la donna avida di affetto e di attenzioni, gelosa, possessiva, anche lei con enormi capacità di manipolare i suoi interlocutori, ma che più semplicemente è una persona che soffre in quanto non ha o non è in grado di riconoscere le espressioni più semplici di amore.
Non fugge allo stesso destino Heather che si vuole porre sempre al centro dell’attenzione e che esige attenzione fino a diventare, in una visione stupidamente stereotipata, come un vampiro energetico, ma che invece vive probabilmente un'angoscia interiore che vuole sedare con le attenzioni altrui.
Non fugge allo stesso destino Heather che si vuole porre sempre al centro dell’attenzione e che esige attenzione fino a diventare, in una visione stupidamente stereotipata, come un vampiro energetico, ma che invece vive probabilmente un'angoscia interiore che vuole sedare con le attenzioni altrui.
Recentemente, su un social network, ho letto il post di una floriterapeuta piuttosto famosa che ci invitava a liberarci di tutti i Chicory. Era evidentemente un’espressione infelice ed estremizzata ma che ben rende l’idea di una visione stereotipata che per quanto utile ad un apprendimento superficiale della materia spesso inquina l’ambiente della floriterapia.
Pensiamo che cosa può succedere quando somministriamo Chicory ad una donna perché lo consideriamo un fiore ad energia femminile o perché la stessa senza cadere negli estremi della possessività e della gelosia è una persona che non si sente "amata", o se lo inseriamo nel cocktail di un uomo. Se volendosi informare su Internet delle caratteristiche dei Fiori che sta assumendo la persona in questione si vedesse descritta in maniera tanto caricaturale, potrebbe sviluppare sentimenti avversi ad un processo di guarigione.
Pensiamo che cosa può succedere quando somministriamo Chicory ad una donna perché lo consideriamo un fiore ad energia femminile o perché la stessa senza cadere negli estremi della possessività e della gelosia è una persona che non si sente "amata", o se lo inseriamo nel cocktail di un uomo. Se volendosi informare su Internet delle caratteristiche dei Fiori che sta assumendo la persona in questione si vedesse descritta in maniera tanto caricaturale, potrebbe sviluppare sentimenti avversi ad un processo di guarigione.
Dobbiamo ricordare che il floriterapeuta vuole agire su quella quota di sofferenza, a volte notevole, che è dietro ad ogni personalità e che non è rappresentabile con una caricatura.
Cerato sarebbe il fiore adatto a quanti fossero inclini a farsi influenzare dagli stereotipi ... ma forse anche questo è uno stereotipo |
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