Riportiamo oggi con estremo piacere una notizia proveniente dagli Stati Uniti d'America.
Un' equipe di ricercatori guidata da Glenn N. Levine per conto dell'American Heart Association (una delle principali società scientifiche operanti in campo cardiologico a livello internazionale) ha rivisitato tutti gli studi scientifici disponibili su varie forme di meditazione e di attività mente-corpo.
Questa revisione è stata la prima in assoluto proposta da una società scientifica di tale livello.
Sono state considerate tutte le forme di meditazione seduta, non solo la Meditazione Trascendentale, ma anche le altre forme come la Samatha, la Vipassana, Zen, Raja-yoga, le tecniche Mindfullness e così via, tra le attività mente corpo il Tai Chi o lo Yoga.
Premesso che gli studi condotti sull'argomento sono ancora pochi e spesso di qualità discutibile (in base ai criteri dell' American Heart Association), le conclusioni a cui giungono gli autori lasciano riflettere.
Loro sostengono che la meditazione potrebbe essere aggiunta alle pratiche standard indicate dalle linee guida per la riduzione del rischio cardiovascolare come lo stile di vita e le terapie per l'ipercolesterolemia e l'ipertensione.
Vengono messi in evidenza gli effetti benefici a lungo termine sul cervello che sarebbero la base per un miglioramento dello stato fisiologico basale e sul rischio cardiovascolare.
Viene segnalata una riduzione dei livelli di stress, di ansia e depressione, un miglioramento della qualità del sonno ed in generale della sensazione di benessere.
Viene ipotizzato un effetto della meditazione sulla pressione arteriosa, sull'abitudine al fumo ed anche sul rischio di infarto del miocardio.
I dati statistici indicano che circa l'8% degli Americani pratica una forma di meditazione e che tra i cardiopatici dal 14 al 24% hanno praticato qualche attività mente - corpo e tra il 2 ed il 3% ha praticato qualche forma di meditazione.
Meditate gente, meditate!
Fonte: Levine GN, Lange RA, Noel Bairey-Merz C et al. : Meditation and Cardiovascular Risk reduction: A scientific statement from the American Heart Association. J. Am Heart Assoc 2017 DOI: 10.1161/JAHA.117.002218.
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