C’era una volta la Medicina Ufficiale. Qualsiasi sistema terapeutico proponesse metodi e strumenti differenti veniva isolato nel ghetto delle cosiddette Medicine Alternative.
In un panorama di libertà tutto ciò era sì discriminante ma poneva in fondo poche limitazioni e la sfida era puramente dialettica. Lo scopo di molti pionieri è stato per anni quello di creare sistemi di cura alternativi in patologie che rappresentano vere minacce per il genere umano come nel caso delle malattie neoplastiche. Affrontare le medicine non convenzionali nel “campo dell’impossibile” ha fornito molti argomenti ai sostenitori della medicina ufficiale negli anni ma nella quotidianità in tanti anni un numero sempre maggiore di utenti si è rivolto alle pratiche mediche non ortodosse in quanto considerate Medicine Dolci.
In un panorama di libertà tutto ciò era sì discriminante ma poneva in fondo poche limitazioni e la sfida era puramente dialettica. Lo scopo di molti pionieri è stato per anni quello di creare sistemi di cura alternativi in patologie che rappresentano vere minacce per il genere umano come nel caso delle malattie neoplastiche. Affrontare le medicine non convenzionali nel “campo dell’impossibile” ha fornito molti argomenti ai sostenitori della medicina ufficiale negli anni ma nella quotidianità in tanti anni un numero sempre maggiore di utenti si è rivolto alle pratiche mediche non ortodosse in quanto considerate Medicine Dolci.
In tempi più recenti il panorama è cambiato e soprattutto la Medicina Ufficiale è andata trasformandosi in un organizzazione che personalmente definisco come Medicina Egemone. Individuo il primo passo di questo cambiamento in un’operazione avvenuta tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta. In quel periodo è stato molto enfatizzato l’aspetto economico della sanità. Più che far valere il valore del Servizio messo a disposizione dalle Istituzioni per l’utenza da allora si è puntato l’indice sul costo sociale della Sanità. Il Sistema Sanitario Nazionale si è organizzato in un Pool di Aziende per le quali il bilancio economico conta almeno quanto il prodotto erogato: la Salute.
Come in tutti i sistemi economici che si rispettino un grosso sostegno è stato fornito dagli investitori rappresentati soprattutto dalle Industrie attive sul Mercato Sanitario (che brutta espressione!). Ovviamente i finanziamenti non sono indirizzati a sovvenzionare il sistema Sanitario Nazionale ma al Mondo Scientifico nel suo insieme.
È credenza comune che le Case Farmaceutiche finanzino i singoli medici offrendo loro gadget di diverso tipo per arrivare fino ai viaggi in Paesi da favola per fantomatici convegni scientifici. Ma questa è solo la facciata da mostrare all’opinione pubblica. Gran parte degli investimenti le multinazionali li indirizzano alle grosse associazioni scientifiche per finanziare l’organizzazione di congressi e per l’attività di ricerca.
visione parziale dell'area espositiva in un recente congresso internazionale |
La ricerca attualmente è costituita pressoché esclusivamente dai grandi Trials Clinici Multicentrici Randomizzati. Sono studi sicuramente molto ben costruiti e di sicuro valore scientifico ma non possiamo dimenticare che dietro ci sia un evidente interesse commerciale. Dimostrare l’efficacia di un particolare farmaco in termini di riduzione della mortalità o della morbilità in una particolare popolazione di “malati” consente di aumentare il campo delle indicazioni farmacologiche di quel farmaco e quindi di ampliarne il mercato.
visione parziale dell'area espositiva in un recente congresso internazionale |
Sulla base delle evidenze dei Trials più recenti, inoltre, le Associazioni Scientifiche Internazionali stilano periodicamente delle Linee Guida che eseguono una revisione degli ambiti del “patologico” e delle strategie terapeutiche. Per questo motivo valori clinici ritenuti nella norma fino ad alcuni anni fa sono attualmente considerati patologici e quindi richiedono un trattamento farmacologico che prima era considerato inopportuno.
Aspetto che io considero non secondario, inoltre, deriva dalla enorme articolazione delle specialità nell’ambito della medicina ufficiale. Una volta esisteva il “medico chirurgo”. Poi si è passato a distinguere tra “internisti” e “chirurghi” e quindi tra discipline mediche e discipline chirurgiche. Attualmente nell’ambito della stessa disciplina sono proliferate in maniera anche piuttosto confusa una serie di sottospecializzazioni che si collocano a cavallo tra la pratica medica e le discipline chirurgiche. E’ quanto, ad esempio, si è verificato in Cardiologia con l’emodinamica, la cardiologia interventistica, l’aritmologia con le due sottodiscipline principali che sono l’elettrostimolazione e l’ elettrofisiologia. In un labirinto nel quale gli ambiti di competenza diventano sempre più ristretti. Anche in questo aspetto l’Industria ha un ruolo in quanto sempre maggiore è la diffusione di dispositivi medici o di Devices medico-chirurgici che richiedono la formazione di personale specializzato con competenze sempre più definite.
Questo processo ha trasformato i medici in una serie di profondi conoscitori in ambiti estremamente limitati e nel campo di competenze così limitate è proibito, a chi non sia altrettanto padrone della materia, obiettare alcunché riguardo a strategie terapeutiche per altri aspetti discutibili. Un ruolo importante, a tal riguardo, lo gioca la cosiddetta Medicina Difensiva in risposta alla quale per evitare eventuali future azioni legali, tra eseguire una procedura di dubbio vantaggio per il paziente in una visione generale ed ometterla si preferisce eseguirla a meno che il paziente stesso o qualche suo parente nei casi più estremi non neghi il consenso.
Caratterizza la Medicina Egemone anche il coinvolgimento della stampa generalista in operazioni di propaganda o di “sensibilizzazione” dell’opinione pubblica riguardo alle nuove terapie o nella stigmatizzazione di condotte mediche “non ortodosse” e “disdicevoli". Basta considerare l’eco che viene data a situazioni in cui vengono rifiutate cure particolari per convinzioni religiose (mi riferisco al rifiuto delle trasfusioni da parte dei Testimoni di Geova) per non parlare del risalto che viene dato ai “fallimenti” nel campo delle “medicine alternative”.
E il paziente?
Lui rappresenta, fino ad un certo punto, l'anello debole della catena per certi aspetti in balia di un imponente potere mediatico ma per altri impegnato in un percorso che vada al di là dei binari segnati da un sistema medico egemone e che si indirizzi all'integrazione dei sistemi terapeutici alla ricerca di un solo fine: il benessere proprio e dei suoi cari.
Lui rappresenta, fino ad un certo punto, l'anello debole della catena per certi aspetti in balia di un imponente potere mediatico ma per altri impegnato in un percorso che vada al di là dei binari segnati da un sistema medico egemone e che si indirizzi all'integrazione dei sistemi terapeutici alla ricerca di un solo fine: il benessere proprio e dei suoi cari.
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