DORMIRE CON I FIORI DI BACH


Enunciavamo in un altro post i sei segreti per un sonno migliore suggeriti da Deepak Chopra, medico indiano.
Vale la pena elencarli qui nuovamente:
1- regolare il traffico dei pensieri
2- fare un riassunto della giornata
3- regolare l’alimentazione
4- cercare di rimanere al buio ed in silenzio
5- utilizzare l’aromaterapia
6- visualizzare delle immagini






Non tutti sono di facile realizzazione.
Volendo schematizzarli questi fanno riferimento a tre aree tematiche: 
abitudini di vita (punto 3), 
situazione ambientale (punti 4 e 5), 
organizzazione della mente (punti 1, 2 e 6).




L’attenzione alle abitudini di vita riguarda concetti facilmente condivisibili ed attuabili che tutte le persone di buon senso cercano di seguire a prescindere dalle nostre raccomandazioni. Mi riferisco al controllo dell’alimentazione: evitare sostanze eccitanti nelle ore pomeridiane e serali, evitare di mangiare troppo la sera e di andare a dormire poco dopo il pasto serale e magari uscire per una passeggiata  dopo cena. 
Più difficile è riconoscere se i disturbi del sonno possano essere legati ad eventuali intolleranze alimentari  ed individuarle. 

La situazione ambientale può essere facilmente gestibile per quanto riguarda l’utilizzo di aromi, come l’arancio o la lavanda direttamente sulla biancheria da letto oppure in un infusore collocato in camera da letto almeno un’ora prima di andare a dormire. 
Lo scenario cambia quando affrontiamo il discorso del buio e del silenzio. A volte una situazione ambientale poco gestibile in relazione ad un vicinato particolarmente rumoroso o l’impossibilità di creare il buio nell’ambiente rendono oggettivamente difficile soddisfare
queste esigenze. 
Capita spesso però che ci troviamo ad incontrare resistenze legate a problematiche più o meno inconsce. Lasciare una luce in camera oppure guardare la televisione a letto o ascoltare una musica “rilassante” sono tutte abitudini che possono nascondere un’inconscia paura del buio o della solitudine. Possono per altri aspetti essere talmente consolidate da non permetterci di liberarcene facilmente.

Tutte le volte che reiteriamo più o meno consciamente un comportamento non salutare in floriterapia facciamo riferimento a Chestnut Bud il fiore per coloro che non sanno trarre pieno vantaggio dall’osservazione e dall’esperienza e ai quali occorre più tempo che agli altri per fare propri gli insegnamenti della vite di ogni giorno. Mentre una sola esperienza potrebbe essere sufficiente per alcuni, a queste persone ne sono necessarie più di una, anzi, a volte, parecchie, prima di imparare le lezioni della vita. Così, anche se con rammarico, si trovano a ripetere lo stesso errore in diverse occasioni quando ne basterebbe una sola, oppure l’osservare gli altri avrebbe potuto risparmiare loro anche quello stesso errore (è la descrizione originale che Edward Bach propone nella sua opera "I 12 guaritori ed altri rimedi")

Ma certi “rituali” non sono solamente espressione di un’abitudine sbagliata, possono essere una conseguenza di traumi infantili (Star of Bethlehem), possono essere espressione di una paura inconscia (Aspen) oppure una delle tante paure di un soggetto Mimulus, possono essere espressione di un’angoscia interna (Sweet Chestnut). Quando poi possiamo ipotizzare una paura della solitudine e dell’abbandono dobbiamo considerare anche Heather.

Le difficoltà aumentano notevolmente quando vogliamo provare ad organizzare la mente.



Mi ricordo che quando ancora ero molto giovane le notti in cui non riuscivo a dormire cercavo di concentrare la mia attenzione sulle varie parti del corpo, salendo dai piedi o scendendo dalla testa cercavo di “sentire” gli occhi, le orecchie, il naso, la bocca, e poi il collo, le spalle, le braccia, i gomiti, le mani e così via e quando ero arrivato ai piedi mi concentravo su qualche brano di musica pop ed immaginavo il concerto del cantante con le luci, il pubblico e tutti gli strumenti musicali. Non lo sapevo ma stavo meditando e … funzionava.


Le tecniche di controllo del respiro e di meditazione sono piuttosto semplici da imparare e sicuramente efficaci. Ma non tutti ci riescono o ne hanno sufficiente esperienza. Allora quando si tratta di regolare il traffico dei pensieri o organizzarli in una determinata direzione come fare il punto della giornata trascorsa, pianificare la giornata a venire o addirittura nel visualizzare delle immagini possono venire in nostro aiuto i fiori di Bach.

Un iperafflusso di pensieri richiama White Chestnut, il fiore per coloro che non riescono ad evitare che la loro Mente sia costantemente invasa da pensieri, da idee o da ragionamenti che essi non desiderano. Ciò succede quando il loro interesse per il presente  non è abbastanza forte da occupare del tutto la loro mente. I pensieri, anche se respinti, tornano immancabilmente, come un turbinio, causando una specie di tortura mentale. La loro spiacevole presenza toglie la pace e interferisce con la capacità di concentrarsi solo sul proprio lavoro o, anche semplicemente, sulle cose piacevoli della giornata. Anche questa è una descrizione originale di Edward Bach. 


Quando i pensieri affluiscono così numerosi che ne perdiamo il controllo ci aiuta Cherry Plum. Se il pensiero è legato ad un’emozione negativa come la rabbia dobbiamo pensare ad Holly, se c’è solamente del rancore possiamo utilizzare Willow, se c'è un rammarico per qualcosa che non abbiamo condotto nella maniera migliore dobbiamo pensare a Pine.
Ma potremmo proseguire ancora a lungo non solo nella descrizione della tipologia di pensieri che ci tengono svegli ma anche nella modalità in cui essi compaiono. 
Quando i pensieri sono conseguenza di un atteggiamento mentale negativo con pessimismo di fondo dobbiamo integrare il trattamento con Gentian, quando c'è una preoccupazione continua per le cose a venire  richiediamo l'intervento di Impatiens, quando il carico di pensieri è conseguenza di un carico eccessivo di impegni e di responsabilità allora abbiamo bisogno di Elm mentre se l'iperafflusso notturno di pensieri fosse espressione di un'alterazione del nostro ritmo vitale, di uno "sfasamento" dobbiamo considerare l'utilizzo di Scleranthus.

Potremmo continuare questo discorso ancora a lungo in quanto sono pochi i Fiori di Bach che non possano in qualche modo essere messi in relazione con i disturbi del sonno.
Il fascino e la difficoltà della terapia con i Fiori di Bach è proprio nella complessità degli aspetti da considerare per arrivare a soddisfare una necessità.
I fallimenti, quando ci sono, non sono da attribuire all'inadeguatezza del sistema terapeutico ma ad un errore nel metodo adottato per la prescrizione.
Non si tratta di ricercare la precisa corrispondenza tra disturbo (malattia) e medicina (farmaco) come avviene nella medicina corrente creando così un sistema immediato o "facile" per cui se il problema è l'insonnia la devi trattare con un sonnifero. 
Anche l'utilizzo di prodotti "naturali" a base di Camomilla, Malva, Tiglio, Lavanda, Biancospino, Melissa e così via indirizzati direttamente al sintomo  può rappresentare  un ausilio ma difficilmente riesce ad essere la soluzione del problema.

Qui si tratta di analizzare qualitativamente il disturbo per tentare una  soluzione di qualità.



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